In una sua nota facebook di Chiara Spinelli, grande cinefila, chiede il nostro sforzo per far sì che una realtà storica pisana come l’Arsenale non chiuda. Personalmente sottoscrivo l’appello e andrò a iscrivermi il prima possibile. Sono sicuro che i tanti amanti pisani della settima arte non lasceranno scorrere i titoli di coda dell’importante cineclub. Ecco il suo appello:
I cineclub indipendenti in Italia non esistono più. Negli anni gli esperimenti più importanti, come a Roma, Milano, Bologna, sono stati assorbiti dalle Cineteche o hanno chiuso. Oggi tutta l’industria cinematografica è in crisi e le monosala cittadine, spesso molto grandi perché costruite per altri flussi di pubblico, magari chiuse nel perimetro delle zone a traffico limitato dei centri storici, negli ultimi anni hanno subito una costante emorragia di spettatori. Ma quello che è più triste è accorgersi che non sono cambiate solo le abitudini di visione degli spettatori (più bisognosi di certe comodità, impigriti dall’offerta di cinema delle tv satellitari e da schermi televisivi casalinghi sempre più mastodontici): si è irreversibilmente spenta una cultura. Quella che mi ha insegnato ad amare la visione in sala, il buio, l’esperienza collettiva, la grana della pellicola, il suono avvolgente, i volti, i corpi e i paesaggi che si facevano carne viva ben prima che il 3D ce li facesse piombare addosso. La stessa cultura che mi fa amare anche lo splendore degli effetti speciali, se goduti su un grande schermo, e che ha insegnato alla mia generazione di studenti e di spettatori che, banalmente, il cinema è bello perché è vario, perché impasta come nessun altro medium l’intrattenimento e il pensiero, perché è un’esperienza emozionale che puoi ritagliarti e cucirti addosso ogni volta che vuoi. Guardo con un po’ di tristezza agli spettatori seriali, massificati, che consumano il cinema come un qualsiasi altro rito impersonale di una società che crede di poter scegliere tutto, e invece è sempre più incanalata.
Bene. Questo pistolotto un po’ retorico e un po’ nostalgico per arrivare alla sostanza. L’Arsenale rischia seriamente di chiudere, per la prima volta in 29 anni di vita. Meno spettatori, costi vivi sempre più alti, studenti evaporati: tante cause con una sola conseguenza. Nei prossimi due mesi gli amici che gestiscono l’associazione dovranno far fronte ad una serie di scadenze fiscali e bancarie che non hanno possibilità di rinvio. Mi rifiuto di credere che possa finire così, quindi ho scelto di dare una mano, con i mezzi che conosco meglio, che sono quelli della comunicazione. La prima cosa che potete fare, se vi siete rivisti almeno un pochino nelle mie parole, è continuare a venire al cinema, anzi, venirci una volta di più. Con questo gruppo e con altre iniziative stiamo lanciando una libera sottoscrizione per l’Arsenale: se non avete rinnovato la tessera vi invito a farlo, sapendo che avete la possibilità di lasciare liberamente un contributo più alto, a partire dal prezzo standard di 5 euro. Fate la tessera, regalate una tessera agli amici cinefili, se ne avete. Poi c’è la tessera “Socio sostenitore”, che abbiamo pensato per chi sente di poter dare un contributo economico più sostanzioso, e che ovviamente dà grandi vantaggi: con una sottoscrizione a partire da 200 euro si ha il diritto all’ingresso gratuito illimitato, per tutto il 2011, sia all’Arsenale che al Giardino Scotto. Se la crisi vi impedisce di dare anche un piccolo contributo economico, vi chiediamo allora un piccolo favore: passate parola. Ne abbiamo bisogno. Stiamo organizzando una festa per l’Arsenale a febbraio e anche lì partecipare, con la presenza e con il cuore più che con il portafoglio, sarà un segno molto molto gradito. Non lasciamo che muoia uno dei presidi culturali di questa città. Io non ho ancora voglia di veder scorrere i titoli di coda. E voi?
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