Oggi è arrivato il momento della direzione nazionale del PD, un punto di svolta per la politica del partito di opposizione più grande. Speriamo di fare un po’ di chiarezza. Sono in tanti a chiedercelo.
Ma sapete qual è la verità?
La verità è che parliamo di rinnovamento e non rinnoviamo niente. La verità è che ci illudiamo di essere originali e creativi e non lo siamo. La verità è che pensiamo di fare evolvere la situazione con nuove alleanze, ma siamo sempre là con il nostro vecchio modo di essere e di fare, nell’illusione che, cambiati gli altri, l’insieme cambi e cambi anche il Paese, come esso certamente chiede di cambiare. Ebbene, caro Segretario, non è così. Perché qualche cosa cambi, dobbiamo cambiare anche noi. Si tratta di capire ciò che agita nel profondo la nostra società. Una società che non accetti di adattarsi a strategie altrui, ma ne voglia una propria in un limpido disegno di giustizia, di eguaglianza, di indipendenza, di autentico servizio dell’uomo.
No, queste bellissime parole non sono mie. Sono un estratto di una delle ultime lettere scritte da Aldo Moro durante la prigionia, in cui annuncia al segretario della Dc di allora Benigno Zaccagnini la sua uscita dal partito.
E’ desolante vedere come la migliore analisi attuale l’abbia fatta un grande politico del passato. La storia va avanti, noi invece siamo sempre fermi.
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