Il tema caldo del momento è la fusione/integrazione dell’aeroporto pisano con quello fiorentino. Senza nemmeno conoscere i dettagli dell’operazione, da parte dell’opposizione è subito sceso in campo il campanilismo: ” Mai con i fiorentini “! Abbiamo letto sondaggi e ascoltato interventi basati soprattutto su questioni ideologiche. Abbiamo sentito accuse di tradimento al governatore Rossi, condite da banali dichiarazioni di “servilismo” dell’amministrazione comunale verso Firenze, che non sono servite a chiarire meglio il quadro della situazione, ma hanno generato solamente tanta disinformazione. Per questo il governatore della Toscana ha voluto relazionare a Pisa su questa vicenda, compiendo un atto di trasparenza e di giustizia.
Chiarisco subito. Prima di intraprendere ogni via ci sono molte verifiche da fare, carteggi da studiare, osservazioni da sottolineare.
Ma la politica deve guardare al futuro e iniziare una discussione sulle prospettive aeroportuali regionali pensando di gestire al meglio quello che abbiamo.
Troppo spesso gli amministratori sono accusati di governare solo le emergenze, ed è quindi nostro dovere prevedere gli scenari futuri e prendere le opportune contromisure. Al momento abbiamo tutto il tempo necessario per prendere le decisioni migliori per il futuro. Non perdiamo questa occasione.
Il primo passo è capire la situazione attuale.
La possibilità di una fusione non nasce da scambi elettorali o promesse fatte segretamente tra amministratori dello stesso partito.
Rossi ha voluto introdurre questo argometo a seguito dell’avvicinarsi della discussione in consiglio regionale della richiesta di variante per l’adeguamento della pista di Peretola (allungamento fino a 2mila metri di quella esistente o realizzazione di una nuova), un atto che non può essere posticipato. E quando Firenze avrà la nuova pista potrà accogliere fino all’85% degli aerei che adesso decollano da Pisa, instaurando un regime concorrenziale che potrà arrecare danno all’aeroporto della nostra città. Inoltre la gestione dell’aeroporto fiorentino è molto simile a quella dell’aeroporto di Bologna e per loro una fusione sarebbe molto più semplice, tagliando fuori Pisa del tutto e facendo subire alla Toscana uno smacco irreparabile.
Da presidente della Toscana Rossi cerca il modo migliore per far crescere tutte le realtà del territorio. A Pisa la Regione ha concesso 28 milioni di finanziamento per la navetta che farà la spola tra Stazione e aeroporto, il famoso People Mover, ha realizzato l’alta velocità ferroviaria tra Pisa e Firenze e soprattutto sta sostenendo in maniera attiva il volo Pisa-Shangai e nuove intese con Alitalia.
Senza ombra di dubbio Pisa ha un’ottima gestione aeroportuale, grazie anche alla maggioranza societaria che è pubblica, e per questo sarebbe saldamente al comando in un’eventuale fusione/integrazione. In vista anche della saturazione dei passeggeri, prevista intorno ai 6 milioni di passeggeri (ora siamo a poco più di 4), bisogna cercare nuove sinergie e nuove prospettive.
La Regione vuole comprare le quote dell’aeroporto di Firenze per poi fare da garante, nell’ottica importantissima di far crescere entrambi gli aeroporti e farli diventare il terzo polo aeroportuale d’Italia, impresa impossibile senza una prospettiva comune.
C’è la volontà di superare i limiti strutturali che ha l’aeroporto di Pisa, portarlo in un contesto più ampio e farlo diventare sempre di più un polo di eccellenza per i trasporti aeroportuali (come testimoniano i numerosi investimenti).
Del resto il mondo e il mercato si muovono. O governiamo il movimento o veniamo governati. Pisa può e deve ancora crescere, la Regione lo vuole e cerca di muoversi in quest’ottica, superando i campanilismi e le ideologie politiche. Lasciare ai privati che pensano esclusivamente al profitto può portare effetti catastrofici, dannosi per la nostra città. Si rischia di perdere la possibilità di uno sviluppo sostenibile e attento alle necessità dei cittadini.
Se la politica ha ancora un ruolo lo deve esercitare per cercare di far crescere le eccellenti realtà, pensando esclusivamente al bene comune. Il processo sarà condiviso il più possibile e Pisa non ha da temere niente.
Tutto il resto è interesse affaristico, aiutato dal solito teatrino della vecchia politica, capace solo di disinformare e agitare finte paure.
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