[Pd Pisa] Il vero “terremoto” deve essere il raggiungimento del quorum. Tutto il resto è noia

Terremoto. Così è stato definito il documento scritto da 4 assessori e da 10 consiglieri comunali del PD. Ma il terremoto è ” una serie di movimenti improvvisi di una parte della superficie terrestre, che determina un profondo sconvolgimento delle zone interessate” [Sabatini] A me sembra invece che tutto questo “caos” si possa leggere come un problema interno al partito, con i cittafini pisani ben lontani dall’essere interessati da questo “sconvolgimento”. Più che un terremoto una colica, un doloroso spasmo interno che va tenuto in forte considerazione, ma che si può curare con facilità. Un sassolino in uno stagno che fa rumore quando entra, ma che si deposita sul fondo senza conseguenze. Perchè non dovremmo preoccuparci? Perchè il documento non solleva nessun problema nuovo e le risposte ci sono già. Stanno nel nostro statuto e nell’operato del PD pisano.

Fa molto piacere vedere sostenitori della mozione di Bersani che abbiano compreso le potenzialità di uno strumento democratico come le primarie, quando solamente due anni fa storcevano la bocca solamente sentendo la parola. Una redenzione sospetta ma consentita, da accogliere con un sorriso. D’altra parte le primarie sono nel nostro statuto, anche per riconfermare i sindaci dopo il primo mandato. Si raccolgono le firme dell’assemblea o degli iscritti e si procede alle consultazioni. Sembrerebbe quindi una richiesta legittima. D’altra parte ho sempre ritenuto le primarie come un modo per far emergere un’idea o una visione diversa e non come strumento per regolare gli affari tra correnti, un “gioco” per contarsi o un contesto per sfide modello “far west” tra compagni e amici dove vince il personalismo e la capacità di aver intessuto una rete di relazioni.
Se c’è una visione diversa della gestione politica della città che venga fuori già da ora per essere giudicata in futuro, prima della nuova legislatura. Ma trovo alquanto strana la richiesta delle primarie subito dopo metà mandato, visto che allo stato attuale, senza nessuna altra alternativa o contenuto politico, è solo un referendum su Filippeschi e sul suo operato. Ed è paradossale che a chiederlo siano membri e colonne dell’amministrazione attuale, che hanno condiviso la totalità delle scelte operate dal sindaco. Ecco, diciamo che il documento profuma un po’ di ripicca, di astio e di vendetta per la mancata sostituzione del Presidente del Consiglio Comunale, vista la decisione di non cambiare niente, negando le ambizioni (a torto o a ragione) di molti sottoscrittori del documento.

E non ditemi che l’apertura a Sel dopo le elezioni amministrative è una novità politica di rilievo. Sindaco, segretari (provinciale e comunale) e dirigenti nei mesi scorsi hanno già dato ampia disponiblità a iniziare un percorso nuovo con il partito di Vendola, tramite documenti, incontri e dichiarazioni alla stampa. Arrivano tardi i firmatari del documento, sono passati diversi mesi da quando chiedevo passi avanti nel nostro rapporto con Sel e devo dire che li abbiamo visti, anche in Consiglio Comunale.

Invito i miei colleghi, compagni ed amici, per i quali mi lega una stima personale e un’amicizia sincera, a iniziare a parlare di proposte politiche alternative, in modo da confrontarci su qualcosa di concreto. Scopriremmo che le cose che ci dividono sono meno di quelle che ci uniscono.
Una lezione che abbiamo imparato dalle elezioni amministrative è che solo se uniti si vince. Avrei preferito che il documento fosse discusso prima all’interno del partito e successivamente dato alla stampa, perchè ho sempre trovato porte aperte per una discussione serena e  trasparente.

Però ci deve essere la volontà di sedersi, di parlarci e di lavorare anche faticosamente per superare gli ostacoli che abbiamo davanti, soprattutto a livello nazionale.  Un documento come quello, che nasce in chissà quali stanze, avrebbe meritato un più sereno dibattito. Per capire, per capirci. Se fossi stato coinvolto avrei detto ai sottoscrittori che i modi e i tempi sono sbagliati. Soprattutto perchè abbiamo di fronte un’altra sfida elettorale, difficile, ma fondamentale per il proseguo del governo Berlusconi. E’ necessario essere compatti, non distrarsi e lavorare tutti insieme per dare un segnale forte e chiaro. Concentrarci su come convincere le persone a votare, portarle a scrivere 4 SI e dare un avviso di sfratto al governo Berlusconi. In questo momento “tutto il resto è noia”.


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