Compro, ergo, sono?

E’ da tanto che non sentivo parlare di consumismo. Eppure Bauman Zygmunt, grande filosofo, ne traccia l’importanza attuale, soprattutto dopo gli scontri di Londra e delle altre città. Per cosa protestano i ragazzi inglesi?

Eccone un estratto:

La pienezza della gioia del consumo equivale alla pienezza della vita. Compro, ergo sono. Comprare o non comprare, questo è il problema. Per i consumatori senza accesso al mercato, i veri poveri di oggi, il non poter acquistare è lo stigma odioso e doloroso di una vita incompiuta, la conferma della propria nullità e incapacità. Non semplicemente l’ assenza di ogni piacere, bensì l’ assenza della dignità umana, l’ impossibilità di dare un senso alla propria vita e, da ultimo, la privazione stessa di umanità, autostima e rispetto per gli altri. I supermercati saranno anche cattedrali aperte al culto per i fedeli, ma per gli esclusi, gli scomunicati, gli indegni, per tutti coloro che sono stati allontanati dalla Chiesa del Consumo, essi rappresentano le postazioni del nemico, erette nei deserti dell’ esilio. Quei bastioni fortificati sbarrano l’ accesso ai beni che tutelano altri da un così triste destino

Qui trovate la traduzione in italiano. L’originale su social europe.


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