La storia si ripete. Nerone vs Berlusconi

Ci sono tante fantastiche leggende  sulla vita di Nerone. Una delle più suggestive è quella dell’imperatore che, mentre Roma va a fuoco, cerca il punto più alto della città e si mette a suonare la lira, estasiato da quell’immagine di orrore e violenza.

Nouriel Roubini, docente ed economista turco, professore di economia alla New York University è chiamato anche MR.Doom, ovvero Mister Apocalisse, perchè aveva previsto qualche anno prima la crisi finanziaria che è scoppiata nel globo. Non gli avevano dato credito allora, accusandolo di pessimismo e allarmismo. Già. Ha un canale twitter molto seguito e pochi giorni fa ha scritto una serie di passaggi sull’Italia che in pochi caratteri raccontano la caduta e il declino del nostro Paese.

“Italy’s crisis is one of confidence as much as fundamentals. Markets lost faith in the credibility of Italy’s government leader, Berlusconi” Questo è il più scontato, credo l’abbiano capito in molti ormai. L’Italia ha perso credibilità nei mercati internazionali per colpa di Berlusconi e del suo governo, troppo rissoso e inconcludente durante i giorni neri del tracollo di Piazza Affari.

“In all EZ crisis countries government change: Greece, Ireland, Portugal; in Spain elections/change coming. The only one stalling is Italy”. Un’altra anomalia italiana: durante la crisi dell’Eurozona in Grecia, Irlanda e Portogallo i governi sono cambiati, per dare spazio al popolo, in modo che decida chi deve affrontare la crisi, se continuare con quelli che hanno condotto gli Stati vicino al fallimento o dare la responsabilità ad altri. In Spagna Zapatero ha convocato le elezioni in anticipo rispetto alla naturale scadenza, dato che ormai non aveva più le condizioni politiche per andare avanti. L’anomalia italiana è sempre più evidente: non è bastato il balletto sulla manovra, diventata la barzelletta dell’Europa per via dei suoi cambi repentini e giornalieri, un suicidio politico-economico di fronte ai mercati. Non è bastata la prova di una maggioranza rissosa e litigiosa, incapace di essere responsabili di fronte alla tempesta. Anche dopo l’emanazione dell’ultima bozza, i mercati hanno reagito male, puntando ormai sul fallimento della nostra economia.

E qui viene l’ultimo tweet, il più bello e drammaticamente vero. “Berlusconi, as Nero who fiddled while Rome burned, refuses 2 go. He’d rather see Italy burn rather than exit gracefully 2 let others save it” Berlusconi, come Nerone suonava mentre Roma bruciava, rifiuta di andare. Preferisce vedere l’Italia bruciare piuttosto che uscire e lasciare che siano altri a salvarla. E qui la commedia della manovra si trasforma in tragedia. Un governo che ha perso ancora di più credibilità internazionale, diviso su tutto, rimane sempre lì, su quelle poltrone. Berlusconi sa benissimo che lasciare ora significherebbe la sua fine politica e preferisce affondare tutti insieme. Mal comune mezzo gaudio, al massimo lui si consola con i suoi miliardi di euro.

La tempesta è ancora in atto. La situazione drammatica. La manovra in discussione ora in Parlamento potrebbe non bastare più fra poche settimane, costringendoci a un’altra manovra di lacrime e sangue a breve. O magari non ne avremo il tempo, imprigionati in un vortice dal quale è quasi impossibile uscire.

Nerone, ormai accecato dalla sua stessa tracotanza, dal delirio di onnipotenza, dal lusso sfrenato nel quale viveva, reprimeva  e denigrava i suoi oppositori. Arrivato al limite della sopportazione, il Senato lo depose, consapevole della necessità di un nuovo imperatore.

La storia si ripete. Speriamo fino in fondo.


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