Si dice che ormai non c’è più differenza tra destra e sinistra. Si inventano nuove classificazioni, per esempio quella tra progressisti, moderati, conservatori. Discorsi inutili e abbastanza noiosi. Scolastici. Lontani dalla realtà.
Quando su un giornale locale ho letto che c’è una “sinistra del pd” all’interno del partito cittadino, sono rimasto un po’ sorpreso. Non riesco sinceramente a capire cosa, a livello locale, possa dividere il partito in due o più schieramenti. Anche perché fino ad ora sia amministrativamente, sia politicamente non si vede una scissione, non ci sono state espressioni contrarie, visioni differenti rispetto al lavoro del Sindaco e/o del PD locale.
Poi in una lettera ai giornali locali Sandro Gallo, collega in consiglio comunale, spiega cosa significa per lui essere “la sinistra del PD”: apertura alla società e al popolo della “base”, parole nuove e nuove forme di partecipazione. Un partito che crede in una società moderna, aperta, multiculturale, inclusiva e solidale, che si riconosce nella questione morale di Berlinguer. Un partito che crede nelle primarie e in coalizioni chiare e ben definite.
Allora tiro un sospiro di sollievo e penso:bene, almeno a Pisa, siamo tutti “sinistra del PD”, perché non vedo divergenze dall’identità e dal cuore che stiamo cercando di dare alla città e al partito locale. Non esiste una “destra” interna che va contro quei valori, contro quelle aspirazioni. Non essendoci divisioni sulle prospettive, sul futuro o sulle parole ( o almeno non sono emerse pubblicamente), non si può parlare di “sinistra del Pd”, ma semplicemente di “PD”, cercando di lavorare tutti insieme per farlo crescere, in questo momento di crisi politica, economica e sociale.
Non abbiamo bisogno di divisioni interne, di etichette, di guardare “a destra” o “a sinistra”. Abbiamo bisogno di essere chiari e di tutte le forze possibili per portare avanti quello che ci unisce come partito e come società. Lasciamo spazio alle discussioni, alle proposte, anche alle critiche, evitando di incartarsi in vuoti esercizi di parole. La cautela strategica ha ucciso fin troppe idee, nella sinistra, in questi anni. Chi ha idee, soluzioni, visioni, deve capire che è arrivato il giorno giusto per dirle a voce alta.
Il tema di oggi è quello di ridurre le disuguaglianze senza mettere a rischio la libertà. Questo distingue la sinistra dalla destra.Bisogna tradurlo in atti politici. Bisogna cambiare l’antropologia del Paese. Bisogna superare l’indifferenza e l’apatia. Bisogna resistere per costruire il futuro.
Insomma c’è da lavorare molto, tutti insieme. Dentro e fuori il partito. Perdere meno tempo per “definirsi” per impiegarlo nel “definire”: idee, modelli alternativi, soluzioni inedite. Come dice il mai troppo compianto Edmondo Berselli, “la sinistra è meglio farla con i programmi, anzichè con gli slogan”.
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