Immaginate di andare a Marina di Pisa o a Tirrenia in una calda sera d’Agosto e di rilassarvi cercando di gustare il tramonto sul mare. Purtroppo al posto del tranquillo orizzonte ci sono decine di pale. Cosa pensate? “hanno rovinato il paesaggio” o “meno male energia pulita in più”?
38 pale, quasi 10 volte quelle che potete vedere nella piana di Pontedera. Una superficie di 90 ettari, come 60 campi da calcio. Una produzione di energia di 137 mw, 40 volte tanto il parco fotovoltaico dei Navicelli. Questi sono i numeri del parco eolico proposta dalla società aostana S.e.v.a. Un impianto enorme che si dovrebbe insediare a 4 km dalle coste proprio davanti al Parco di San Rossore. Un progetto che la società aveva già presentato in Sardegna, ma era stato bocciato da cittadini e istituzioni.
Ma chi deve decidere su questo parco? Essendo il mare entro le 12 miglia territorio dello Stato, spetta al Ministero delle Infrastrutture dare il via libera. Gli enti locali (Comuni e Regione) possono dare solo un parere consultivo. Questo è il punto sbagliato. Un progetto di tali dimensioni richiede la più ampia partecipazione possibile di tutti, cittadini e istituzioni. Per valutare la buona realizzazione del parco eolico abbiamo bisogno non di mezze risposte, ma di tutta l’informazione possibile: costi, impatto ambientale, indotto, esperienze simili, in modo da decidere nella più alta trasparenza e nella più ampia autonomia possibile.
Parte male la società SEVA, che non coinvolge la comunità e le istituzioni locali in questo percorso. Non è con l’arroganza dei numeri, con promesse roboanti e tutte da verificare che si facilita la costruzione dei parchi eolici. Ad esempio, si prende come riferimento l’eolico off-shore nordeuropeo, ma il progetto danese, Horns Rev 2, la più grande postazione a energia eolica off-shore al mondo con 91 turbine, è distante 30 km dalle coste. Sicuramente è più costoso, ma forse meno impattante ambientalmente. Possiamo farlo anche da noi così?
Se si sbaglia nel metodo, nel merito è necessaria una riflessione più ampia sull’eolico off-shore e sulle energie altenative in generale. Pisa ha dimostrato particolare attenzione al tema delle rinnovabili, vincendo numerosi premi e installando uno dei parchi fotovoltaici più grandi d’Italia. Se il futuro va in questa direzione, è il referendum ne è una piacevole conferma, cominciamo a valutare benefici e/o alternative.
Conoscere per deliberare, diceva Einaudi. Mettiamo in moto tutti gli strumenti di partecipazione e di programmazione condivisa possibile. Per seminare vento, senza però raccogliere tempesta.
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