[PD] Manifestazione 5 Novembre: my 2 cents. Quando un panino al prosciutto vale più di mille parole

Dopo Bologna e Firenze, sabato scorso non potevo non andare a Roma, per la manifestazione “ufficiale” del PD indetta dal segretario Bersani con l’evocativo nome di “ricostruzione”. Non c’è da stupirsi per la parola scelta. Ci aspettano mesi e forse anni difficili, un lavoro certosino per ricostruire l’identità di un’intera nazione, la credibilità internazionale, la fiducia nelle istituzioni.

Il segretario chiama a raccolta il popolo democratico, che risponde in massa. Bus, navi e treni speciali pieni di militanti che si ritrovano in una Piazza San Giovanni decorata a festa, la stessa atmosfera che doveva esserci il 15 Ottobre. Non c’è il solito “show-off” di numeri, data l’impossibilità evidente di contare i presenti in piazza. Ma eravamo tanti, tantissimi e le foto lo possono testimoniare. Fa sempre piacere avere uno scatto d’orgoglio e dimostrare a tutti i critici e i malpensanti che nonostante tutto in molti sono a sperare nel partito democratico e nella sua capacità di mobilitare le masse. Certo, a volte dobbiamo essere noi i primi a crederci, ma credo che meritiamo un po’ più di rispetto.

Impossibile manifestare, grazie/colpa dell’ordinanza di Alemanno, che ha vietato i cortei per un mese dopo il tremendo 15 Ottobre. E’ stata inserita un po’ di musica, con la presenza di band emergenti (sempre emozionante e partecipata la riedizione di Bella Ciao), Marlene Kuntz (assolutamente da rottamare), Roberto Vecchioni (che lancia l’idea di vestirsi di arancione Giovedì per dare un segnale). E da contorno palloncini, bandiere e mega luci. Dimostrazione di come lo spettacolo e la scenografia sono entrati prepotentemente nelle dinamiche delle manifestazioni di partito. Potere della Leopolda?
Inoltre dappertutto potevamo vedere striscioni e gazebo per ricordare gli alluvionati toscani/liguri e per mobilitarci con raccolta fondi e altre risorse. Un modo per dire che con il cuore eravamo con loro, che stavano lottando contro la forza delle acque. Premetto che non potevamo andare di persona, visto che in quei momenti di emergenza si richiedeva personale esperto.

Tutto questo in attesa del main event, il comizio/discorso/orazione fiume di Bersani. Quasi un’ora di parole, privi quasi totalmente della vena ironica che aveva contraddistinto il segretario nei precedenti momenti, come a sottolineare la gravità del momento e l’inevitabile necessità di estrema serietà. Ma non eravamo lì per la musica, per i palloncini, per Vecchioni. Eravamo lì per i contenuti di quel discorso. Mi ha soddisfatto?

Premetto che la bellezza di stare in un partito “democratico” è la possibilità di criticare, fare riflessioni e addirittura suggerire qualcosa al segretario, sempre per cercare di migliorarci. Non è possibile in nessun altro partito al momento. E allora lasciatemi dire che ci sono state luci e ombre.

Partiamo dalle luci: i riferimenti all’Europa. Particolarmente graditi gli interventi del segretario del partito SPD tedesco e di Francois Hollande, candidato alle presidenziali francesi per il partito socialista. Solo un’azione coordinata con tutte le forze progressiste/riformiste europee possiamo uscire da questo difficile momento storico e reinventarsi un modello economico nuovo. Abbiamo già perso troppo tempo e il segretario è stato chiaro nel voler prendere l’iniziativa: solo insieme possiamo salvarci. Bene così…
Ombre: non aggiungo altro a quello che dice Civati, che condivido in parecchi punti.

Resta il fatto fondamentale che siamo cresciuti come comunità, abbiamo stretto ancora di più i legami fra di noi, in vista di passaggi difficili. Per questo è valsa la pena andare a Roma. Ne è valsa la pena per i panini al prosciutto offerti da Luigi, per le imitazioni di Miro, i sorrisi finalmente distesi del sindaco Marco, le discussioni con Alessandra, i moduli di Pippo, Bella Ciao cantata tutti assieme, il tripudio di bandiere, la felicità del segretario Francesco, i dissapori locali lasciati da parte, la sigaretta condivisa con Michele, le battute con Antonio, la condivisione di pochi grappoli d’uva, i tanti giovani democratici capitanati dal buon Giulio, l’ossessione per le aste di Teresa.

Perchè è questa l’essenza di un partito: stare insieme, con tutti i pregi e i difetti (spero pochi) che questo comporta. I segretari passano, le relazioni no.

P.s: e basta parlare dei fischi a Renzi. Nessuno li ha sentiti. Sarebbe come dire che la manifestazione del 15 Ottobre era fatta esclusivamente di black bloc.

05 novembre 2011 – Ricostruzione

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