“Sto seduto su un balcone a guardare la cima della Torre Pendente. E’ davvero molto bello qui. Se ci fosse un paradiso, spero che assomigli a questo”
Così Keith Haring ricorda la sua permanenza a Pisa nel 1989, mentre preparava una delle opere d’arte contemporanee più bella del mondo. Si tratta di “Tuttomondo”, murales purtroppo sconosciuto ai più, che si trova vicino a Piazza Vittorio Emanuele. Un’opera pubblica unica al mondo, visibile da tutti, senza una qualsiasi forma di pagamento. E questo non è banale.
Un piccolo tesoro (valore 20 milioni) che per troppo tempo è stato dimenticato e poco valorizzato. Con la nuova consiliatura c’è stata una piacevole riscoperta, che ha visto una serie di eventi interessanti per far conoscere meglio una delle ultime opere dell’artista americano.
Con questa nuova primavera di attenzioni, è stato posto il legittimo problema dei colori, che dopo venti anni di smog (fino a qualche anno fa la piazzetta che ospita il murales era il capolinea di un servizio di trasporti extraurbano) risultavano sbiaditi e pallidi, lontani dalla vivacità e dalle tonalità squillanti dei primi anni.
Dopo un’accesa discussione sui giornali, che vedeva contrapposti chi voleva procedere a un restauro e chi invece voleva lasciare tutto com’era, sono arrivati finanziamenti dalla Regione Toscana e dall’America ( 32mila messi a disposizione dalla fondazione The Friend of Heritage Preservation) che hanno portato alla “pulizia” dell’opera d’arte. Questo intervento ha riacceso i colori, rimuovendo lo sporco accumulato negli anni, riportando il murales allo splendore del passato. E’ stata inoltre posta una pellicola protettiva per preservare il lavoro nei mesi invernali.
Ora che è stata restituita piena dignità all’opera, si tratta di capire come valorizzarla, facendola diventare una delle icone di Pisa, al pari della Torre. Ed è in questo momento che aspettiamo il contributo e le idee di tutti.
E come tutte le belle storie ecco il lieto fine: dopo la visita di Julia Gruen a Pisa, la Fondazione Keith Haring ha deciso di stanziare 60mila dollari per continuare il progetto di conservazione e tutela dell’opera.
Per provare a ridare alla memoria di Keith Haring quello che lui ha donato gratuitamente alla nostra città. Cerchiamo di esserne all’altezza.
Fin da quando sono piccolo ricordo vivamente una foto che abbiamo incorniciato in salotto. Siamo io, babbo, keith haring e un murales dai colori vivaci e brillanti.
22 anni dopo ci risiamo, manca quel ragazzo strano, ma i colori, grazie a un intervento di restauro, sono tornati quelli di una volta. E improvvisamente è come se fossi tornato ad avere 6 anni…
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