La Giornata mondiale contro l’AIDS, indetta ogni anno il 1º dicembre, è dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale di AIDS dovuta alla diffusione del virus HIV. I contagi sono scesi (2,7 milioni nel 2010 contro i 3,1 del 2001), ma non possiamo abbassare la guardia.
Infatti, secondo un rapporto dell’Onu pubblicato il 21 novembre, in tutto il mondo una cifra record di 34 milioni di persone vive con l’Hiv, solo il 50% dei sieropositivi ha accesso al trattamento di cura e in Europa le diagnosi di Hiv sono in aumento.
In Italia, dall’inizio dell’epidemia nel 1982, sono stati segnalati circa 64.000 casi di Aids con quasi 40.000 decessi e 3500 nuovi casi ogni anno. Anche a Pisa aumentano i contagi di Hiv, 60 casi nuovi l’anno.
Questi freddi dati mi servono per far capire che non bisogna assolutamente mollare la corda e che la prevenzione può ancora fare molto, salvando vite e evitando contagi. La maggior parte dei malati è maschio, eterosessuale, quarantenne. In 8 casi su 10 si contrae la malattia con un rapporto sessuale. Potete comprendere che funzione fondamentale ha il preservativo, che da poco ha avuto anche un incredibile apertura dal Vaticano, spaventato dall’epidemia di AIDS nei paesi africani.
Bisogna continuare a sensibilizzare l’utilizzo del preservativo fra i più giovani, anche attraverso la distribuzione nelle scuole (tramite macchinette o gratuitamente) e aumentare l’informazione e la consapevolezza dei rischi nei rapporti sessuali non protetti. Finché ci sarà possibilità di contagio la nostra attenzione deve essere alta, senza guardare alle malattie del “momento”, ma affrontando seriamente politiche di prevenzione e informazione. Solo perchè non se ne parla più non vuol dire che la malattia è sparita.
Anche come Comune possiamo fare qualcosa e ho pronta una mozione da presentare in Consiglio. Sono disponibile per critiche/integrazioni/modifiche:
MOZIONE Sostegno a campagne di informazione e prevenzione, mirate a sensibilizzare i giovani del territorio comunale e provinciale in relazione alle malattie sessualmente trasmississibili
Premesso che
uno stato laico, nell’affrontare malattie come l’AIDS o altre malattie sessualmente trasmissibili, deve impegnarsi a garantire tutte le politiche a tutela della salute dei cittadini e, in particolare, delle fasce economicamente o culturalmente più deboli;
in Italia, a fronte della presa di coscienza che l’epidemia si diffondeva al di fuori dei gruppi che inizialmente presentavano la maggior parte dei casi di AIDS, si era scelto non di fornire gli strumenti per limitare la possibilità di contagio bensì di indicare come unico mezzo di prevenzione l’eliminazione dei comportamenti a rischio, e che solo in un secondo tempo, ad opera prima di Associazioni di volontariato e in seguito di Enti locali particolarmente illuminati, sull’esempio di altre nazioni, si è intrapresa un’ opera di informazione ed educazione sanitaria, la distribuzione di siringhe monouso e profilattici;
nel corso degli ultimi anni però si è assistito ad un nuovo innalzamento nel numero dei contagi,
statisticamente accertato dall’Osservatorio Nazionale AIDS, e che se inizialmente, in Italia, la via preferenziale di inoculazione erano le siringhe utilizzate dai tossicodipendenti, ora la trasmissione per via sessuale, e soprattutto eterosessuale, è la principale causa di contagio;
l’AIDS inizialmente veniva relegata a malattia di categoria e che l’informazione e le campagne di prevenzione vennero modellate su questa errata valutazione il cui principale risultato fu da una parte la colpevolizzazione e l’emarginazione di una fetta di popolazione, e dall’altro, la creazione di una falsa aurea d’immunità nella rimanente parte;
considerato che
una delle fasce di popolazione maggiormente esposta è quella dei giovani tra i quali, la naturale scoperta della sessualità non è accompagnata praticamente da nessuna forma di educazione sessuale
né da parte delle famiglie né da parte delle istituzioni;
il problema principalmente riscontrato in diversi studi sulla popolazione, sia giovane che adulta, per l’uso dei profilattici è la relativa difficoltà di reperimento nonché il loro alto costo;
l’importanza di educare all’uso dei profilattici, facilitandone il reperimento e abbattendo le barriere culturali che ancora lo fanno considerare una sorta di tabù, garantire la qualità del prodotto e, non ultimo, fornire una adeguata informazione sia sull’uso corretto che sulla effettiva utilità nella prevenzione,
significa fornire non solo uno strumento di prevenzione, ma una reale possibilità di scelta consapevole;
il Consiglio Comunale di Pisa
impegna il Sindaco e l’Assessore competente
a sostenere nel territorio del Comune di Pisa le campagne di informazione, prevenzione e sostegno alla ricerca nella lotta contro il diffondersi del virus Hiv e le altre malattie a trasmissione sessuale;
a sviluppare un programma completo – destinato ai giovani che vivono o studiano nel nostro territorio – per sostenere una corretta informazione sessuale
a invitare l’Assessore della Pubblica Istruzione della Provincia di Pisa a concertare tale programma che deve comprendere, tra gli altri progetti e iniziative, l’installazione nei locali o nei pressi delle scuole di istruzione secondaria superiore, in accordo con gli organi di direzione delle stesse e dell’Asse, di distributori automatici di anticoncezionali (preservativi)
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