Pisa batte Barroso 1 a 0. Dopo le recenti accuse del presidente della Commissione Europea Barroso sulle lungaggini burocratiche relative all’insediamento di Ikea a Vecchiano, il Comune di Pisa risponde approvando in tempi brevi una variante che permetterà al colosso svedese di sbarcare nella città della Torre. Eppure solamente 7 mesi fa Ikea aveva detto che avrebbe rinunciato all’apertura di un negozio nel pisano. Ma grazie a un lavoro di persuasione che ha visto il forte impegno del Presidente della Regione Rossi e del Sindaco Filippeschi, il progetto da 70 milioni e 300 posti di lavoro arriverà a Porta a mare, nella zona dei Navicelli. Una variante realizzata in tre mesi, che sicuramente non risarcisce dei ritardi storici, ma che prova a dare una risposta concreta e veloce.
Non sono mancati gli studi sulla mobilità della zona e sull’impatto che avrà per le altre aziende concorrenti presenti in gran numero nella zona. La bilancia pende decisamente dalla parte dei vantaggi: numerosi posti di lavoro (minimo 300) e un ridotto impatto ambientale (ci sarà addirittura meno cemento rispetto alla previsione d’area, proprio come avevo chiesto io ).
Nell’ordine del giorno unitario sottoscritto dai partiti della maggioranza si sollecita «il sindaco e la Giunta ad adoperarsi con la Regione, le amministrazioni locali, le associazioni di categoria, aprendo tavoli di confronto per concertare le soluzioni più idonee alle necessità che dovessero emergere in relazione alla realizzazione dell’insediamento produttivo, in particolare a quelle infrastrutturali; a presentare, entro i termini dell’ approvazione definitiva della variante in oggetto, il cronoprogramma delle necessarie opere di miglioramento della mobilità lungo il tratto di Aurelia interessato e degli svincoli della superstrada e che, nelle soluzioni progettuali, dovranno porre particolare attenzione alle esigenze di tipo ciclopedonale; ad attivare gli strumenti finalizzati a monitorare i flussi di traffico al fine di correggere eventuali errori delle previsioni effettuate in fase di variante». Infine, l’ordine del giorno impegna «il sindaco e la Giunta ad attivarsi per massimizzare il contributo economico dei soggetti coinvolti nella variante e di destinare tutte le risorse relative agli eventuali oneri di urbanizzazione ulteriori e ai costi di costruzione in opere a vantaggio dell’intera collettività».
I mobilifici della zona pisana si sentono giustamente minacciati dal colosso svedese, ma devono proprio temere? Oltre a diversificarsi come merce, se il territorio e la Provincia lavorano bene, possono usufruire dell’incremento di persone che vengono nella zona pisana per comprare arredamenti e mobili. Sta agli enti locali e alle imprese dimostrare che Ikea importa tanto quanto i grandi e piccoli mobilifici della zona. Che un mobile dal nome impronunciabile (ektorp, expedit ) è diverso per target e per caratteristiche da un mobile prodotto qui. Competere su innovazione e qualità, senza subire la concorrenza sui prezzi bassi. E rilanciare il made in Italy.
Abbiamo impiegato solamente 3 mesi per costruire e approvare la variante, con un voto favorevole che va oltre la maggioranza ( si sono espressi positivamente anche Sel e Terzo Polo ). Prossimo passo fra sei mesi, quando potranno essere rilasciate le concessioni all’Ikea e nei 2013 sarà realizzato il centro commerciale. In attesa che il “Bjursta” e il “Sagosten” siano all’ombra della Torre, che dici ora Barroso?
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