“Verità e pace in Siria”: questo è il contenuto dello striscione calato ieri dal balcone di Palazzo Gambacorti a seguito di una mozione urgente proposta da me e Bedini (pdl) votata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Fine Febbraio.
Perché questo striscione? Non bastano i nostri “tanti” problemi?
Abbiamo voluto dare un piccolo segnale a causa dell’assoluta mancanza di informazioni su quello che succede in Siria. Telegiornali muti, episodi atroci relegati nelle ultime pagine dei quotidiani tra le “varie e eventuali”, silenti anche i social network. Sarà la lontananza dalle coste italiane, o forse il mancato allarme “profughi”, fatto sta che della Siria ce ne freghiamo altamente. Eppure anche lì c’è una guerra civile, con un dittatore che non esita a bombardare la popolazione e sparare ai giornalisti per non far trapelare gli orrori perpetrati contro la popolazione. E’ angosciante vedere e sentire le parole di disprezzo e di rifiuto da parte delle democrazie occidentali, senza però avere la capacità di fare qualcosa in concreto. Troppi interessi girano attorno alla Siria, portatori di un immobilismo che premia le brutalità. Dall’inizio della repressione, i morti in Siria sono quasi novemila stando a quanto dichiarato dall’Osservatorio siriano dei diritti umani. O forse non sappiamo più solamente cosa fare, paralizzati nell’indifferenza. L’Onu, nonostante gli sforzi di Kofi Annan, non riesce a imporre il cessate il fuoco. Forse siamo troppo impegnati a risolvere i nostri problemi, forse siamo ormai assuefatti alle violenze quotidiane, forse abbiamo finito la voce. Ma non possiamo isolarci e reagire a questo “silenzio assordante”.
Quello che possiamo fare noi nel nostro piccolo è mantenere viva l’informazione e la consapevolezza su quello che succede in Siria. Se anche uno solo leggendo il nostro striscione vorrà informarsi di più avremo raggiunto il nostro scopo.
Perché se il conflitto degenera, ne saremo tutti coinvolti. E a quel punto ci chiederemo dove eravamo quando si poteva ancora spegnere la miccia.
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