[Pisa] Sel – PD: la novella dello stento

La novella dello stento che dura tanto tempo la vuoi sentir? Ecco un nuovo capitolo dell’”appassionante” discussione che anima la politica pisana.
“Ad oggi non ci sono le condizioni perché Sinistra Ecologia Libertà possa sostenere l’attuale Sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, alle prossime elezioni amministrative.” Queste le parole di Dario Danti, segretario provinciale di SEL, che rendono difficile un percorso già accidentato verso un’intesa per le elezioni dell’anno prossimo. Eppure qualche segnale di una possibile convergenza c’era stato a Dicembre, quando la votazione sul bilancio, l’atto più importante di una amministrazione, aveva visto l’astensione di SEL, che aveva apprezzato le scelte per il mantenimento dei servizi sociali. Poi le fratture che c’erano già sono riemerse, allargandosi sempre di più, anche dovute al supporto del PD al governo Monti, che ha scolorito inevitabilmente la foto di Vasto. Ma in Toscana la maggioranza del Comune di Pisa è “l’anomalia”, uno dei pochi enti locali dove SEL è all’opposizione. E negli altri comuni invece la “convivenza” è possibile, infatti nessuna maggioranza è saltata nonostante alcune divergenze e l’incertezza nazionale. Questo significa che il governo del territorio può vedere il rilancio del “centrosinistra allargato” come forza coesa e propositiva. Sarebbe dannoso appiattire le evidenti differenze che ci sono tra i partiti, ma la politica è l’arte del mediare tra le diverse posizioni, sempre che non ci siano interessi dei singoli. Mi sembra legittima la posizione del PD che chiede un giudizio politico sull’operato della giunta Filippeschi. Per noi sta operando bene, costruendo la base per le politiche del futuro. E’ inevitabile quindi, se si vuole condividere una strada, trovarsi d’accordo sul fatto che, guardando indietro, il percorso intrapreso non è stato del tutto sconnesso o difficile. Questo non significa che deve esserci un rinnegamento dell’opposizione fatta o un totale “asservimento” alle richieste del PD. Ma più che altro c’è da capire quali sono i punti di forza degli altri enti locali che sono riusciti a costruire una maggioranza forte, superando eventuali ostacoli di incomprensione. Il giudizio politico della città ci sarà e si chiama elezioni, il momento più importante dove si tirano le somme del lavoro svolto e si propone un’offerta per il futuro. Ecco, questa proposta per il governo dei prossimi anni è legittimo la debba presentare la maggioranza uscente, se il partito di riferimento ne condivide l’operato. Su questo, sul programma, ci possono essere convergenze e rifiniture, ribaltando il paradigma un po’ degenerativo che alimenta la politica basata sulle persone, il paradigma che vede prima la selezione del candidato poi il progetto di governo.
C’è ancora tempo per sopire vecchi rancori e dissapori. Non si dovrebbero chiedere passi indietro, ma solamente passi avanti. Ma deve essere davvero “una fase nuova”. Meglio essere felicemente separati, che infelicemente insieme.


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