Abbiamo visto che non può esistere forma di governo migliore della democrazia, ma che è necessaria cambiarla per aggiustare le storture che stiamo vivendo.
Gli unici che possono salvare la democrazia siamo noi, intesi come collettività, combattendo il pericolo più grosso: il disinteresse.
Secondo il sociologo Manuel Castells, aiutato anche da sondaggi allarmanti fatti in Italia: “non proviamo un rispetto quasi religioso per le istituzioni democratiche nella loro forma attuale, non crediamo che siano un veicolo di verità assolute e indiscutibili, come fanno quelli che considerano le istituzioni democratiche un monumento a se stesse, e anche a se stessi. A noi non servono monumenti”.
Ecco la democrazia in Italia, ma non solo, assomiglia a quelle vecchie statue che si trovano nelle piazze principali. Ogni città ne ha almeno una, imponente, ma la gente pare non farvi caso. Indaffarata o pensierosa passa oltre, senza mai rivolgergli uno sguardo. Non ne conosce i dettagli, non si ferma ad osservarla. Nell’indifferenza la statua invecchia, diventa più brutta, fino a quando a un certo punto è immersa da escrementi di piccioni o ricoperta di scritte vandaliche. E allora ci indigniamo, alzando la voce per nascondere la vergogna che proviamo per aver permesso tutto questo. Ma a quel punto pulire la statua per restituirgli l’originaria bellezza diventa più arduo e costoso e salgono agli occhi lacrime di coccodrillo “ah, se mi fossi fermato quella volta, se solo avessi portato un panno per pulire quando c’era solo la polvere…”
E’ sempre possibile costruire una statua nuova, una copia conforme all’originale. Sarebbe meno complicato. Ma questa volta è necessario che ogni cittadino possa contribuire alla creazione della “nuova statua” per farla sentire anche sua.
Non bisogna aver paura del cambiamento: ogni sistema inadeguato può essere, e di fatto è, sostituito da uno nuovo, più efficiente, più adatto ai nostri bisogni, più ricco di opportunità.
Ci serve un sistema che sia all’altezza delle nostre aspettative, fatto di trasparenza e competenza. Ma soprattutto di partecipazione. Infatti Zygmunt Bauman, uno dei più influenti pensatori al mondo, ci ricorda come democrazia significa che il compito del cittadino non si esaurisce mai. Se la partecipazione viene messa a dormire, la democrazia finisce.
E’ possibile riscrivere un nuovo futuro a una parola che proviene da un vecchio passato? Io credo di sì, soprattutto grazie alle nuove tecnologie e alla potenzialità della Rete. Ma questo lo scrivo nel prossimo e ultimo post dedicato a questo argomento..
– continua –
Democrazia significa che il compito del cittadino non si esaurisce mai. Se la partecipazione viene messa a dormire, la democrazia finisce. Zygmunt Bauman – 3 –
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